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martedì 31 luglio 2007

Nel ricorso a corpi e parole, private

Fuori dai denti: se esiste un sito pagato dalla comunicazione pubblicitaria, uno spazio di community che funzioni, demente e tosto, magari un luogo di delizie, giardino o torracchione, sarà facile farne uno strumento di medialità flessibile per i media in difficoltà.
Patto esplicito senza ragione, ma non irragionevole, ragionato ma non razionato, canale gratuito quanto basti a non sporcarlo, potenzialmente astratto, molto concreto.
In sostanza "agency" si rivolge a un pubblico di "simili", usa il video e la telematica come salotto, al massimo una piazza; anzi "piazzetta" per letture e conversazioni sulla gente e sulle persone (sempre più "opera" essi stessi).
Nel ricorso a corpi e parole, private di ogni "decorazione" e di ogni "sceneggiatura", "agency" ha da vendere non solo l'esibizione di una tradizione in pericolo (e magari di una "subcultura" accecata da un mondo per lei non più comprensibile), ma anche l'attrattiva di un linguaggio pieno di "vuoti","disperso", "disperato", che può incuriosire, ipnotizzare il pubblico dei non-iniziati (un poco come le aste televisive notturne "rapiscono" anche chi non vuole comprare...). Ma può anche funzionare da "'scuola", da "tirocinio" per le stesse persone, se rese insoddisfatte dall'uso della rete come puro e semplice specchio in cui riflettersi, perché costrette comunque dal mezzo telematico a confrontarsi con ritmi e sostanze diverse, a ragionare con l'epoca dell'elettronica non dall'esterno ma, volenti o nolenti, sapienti o incoscienti, dall'interno. Nel suo "gorgo"..."naufragio" o "zattera" che sia .
trascrizione 1988-2008

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