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domenica 29 luglio 2007

Liberation Management ( titolo provvisorio )

click here on image, please Oggi vai per strada in città con l'auto-mobile e la comunicazione non ti segue, sta ferma lì e t'attende, a piè fermo. Stand up, sui marciapiedi, all'angolo, con le interdizioni dei finti dossi per i distratti, i semafori lampeggianti a colori, e i vigili urbani occhiuti e ammiccanti – e poi l'assicurazione sugli incidenti per gl'incauti, con i cantanti rock alla radio per l'intrattenimento.

La rivoluzione digitale porterà la comunicazione con sé. Gli Smart-Tag diffusi nell'ambiente e nel tuo casco o sul cruscotto, magari, e le Wireless-Tecnologies nell'aria: altro che paletti con cartelli a bordo strada e strisce per terra! Sarà diffusa come l'acqua per la terra e più oltre.

Una modalità nuova del pensiero, eppure così antica, si fa strada e palazzi, e non solo. Contiene pensieri marcianti e skylines affascinanti con la stessa natura sfuggente delle emozioni e la solidità contestuale di ragioni varie dello spazio e del tempo.

Proprio quando la nebulosa digitale ci avvolge porta un'acqua chiara alla coscienza e la pratica dei linguaggi muove l'uomo solo al mondo e lo conduce qui accanto.

Qualcosa che da sempre è dominio dei versi si porta altrove, appunto. Nel software ora si succedono righe diverse che portano un pensiero a dipanarsi, ma è la stessa emozione di sempre che ci sorprende, come viene all'occhio una mappa che racconta e inventa. Un hacker si muove nel suo testo e si sposta nell'altrove fisico del contesto. Scrive, elenca, scorre la lista e nella pagina luccicante ordina il mondo a suo piacimento, in tempo per l'accesso; e se non c'è varco per il pensiero, non c'è passaggio per altro: quando s'insinua il dubbio come tutti smarrisce il senso, le righe affondano e si perdono, le porte si chiudono, le vene inaridiscono, le macchine girano e girano, ma è il vuoto lo stesso.

Sono retoriche verbo-algo-ritmiche con i loro modi solo testo, sintesi programmabile di testo e contesto, con un paratesto abnorme data la molteplicità delle formule e dei processi in corso.

La loro opera racconta di tutto, dalle strade percorse ai carichi in movimento, dice del motore ultimo che move l'universo (del discorso), ma è il metatesto che conta: il testo, le righe del software, le istruzioni, sono il film logico-visivo che si dipana come un treno in corsa che porta solo se stesso. Non c'è intenzione nell'hacker che vada oltre il suo detto, come una lama affilata che penetra nel meccanismo per raggiungere la meta, ma non è il chirurgo che cura, perchè il corpo cibernetico è nel pieno del pensiero tanto da confondersi con esso.

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