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mercoledì 24 ottobre 2007

meta gruppo

Il nostro utente, socio, compare, complice non solo deve occuparsi della applicazioni che usa ma anche della macchina su cui girano, dico l'hardware, compreso il sistema operativo.

Nessuno che entri nel Laboratorio di Reference deve ignorare questa base di partenza teorica.
Il mezzo è il messaggio, poi, quindi le persone sono i contenuti semoventi, automobili informati: questo comporta che noi ci si occupi dei contenuti contestualmente ai mezzi.

E - tertium (non) datur - il gruppo di ricerca non è un metagruppo anche se è impegnato alla morte su un metalinguaggio: come il poeta il ricercatore si vede vivere, è uno che ha perso l'innocenza - ed ora deve terremotare i suoi compari perchè scendano a terra e usino mani e piedi per....
Vi giro il programma del Linux Day a Cs.

16:35 - 17:10: Kde4 e l'innovazione tecnologica nel desktop Linux di
Andrea Briganti
Descrizione delle tecnologie introdotte dalla prossima versione
dell'ambiente desktop KDE con particolare riferimento alla
progettazione delle applicazioni per il futuro desktop per Linux.

progettazione delle applicazioni per il futuro desktop per Linux per il Reference di Redazione....

12:00 - 13:00: Presentazione del progetto "Un computer responsabile:
Non buttarmi, il mio chip batte ancora!" di Associazione Verdebinario, Stella Comenta ONLUS e CSV Cosenza
L'obiettivo è quello di dotare di strumenti informatici le associazioni di volontariato (OdV) che operano sul territorio della
provincia di Cosenza
attraverso la donazione di computer perfettamente funzionanti dotati di sistema operativo Open Source.





Ci interessa in questa serie di post confrontare il linguaggio di un gruppo di ricerca vero con il nostro falsificato continuamente:

virtuale, quando noi diciamo ambienti virtuali immersivi. viene in primo piano il corpo, il fiato, il correlato oggetivo;

modelli, niente modelli da replicare, ma condivisione di tecniche, elaborare modelli formativi irrigidisce la pratica e inibisce l'interazione teoretica;

si pone l'obiettivo d'indagare, daccordo, ma solo perchè la pratica dell'obiettivo finalizzi le pratiche diffuse naturalmente nei gruppi di riferimento;


interazioni sociali
, l'insieme delle relazioni personali, questo sì;

vedi: pratiche dialogiche in ambienti d'interazione virtuali, on-line, blended, immersivi e mobili;
vedi: emergono "identità digitali" e "identità di competenza", o profili professionali, personali e di comunità;

in margine: verranno anche studiate le caratteristiche ergonomiche e comunicative di strumenti per la fruizione di tecnologie immersive e virtuali.

andrà a coprire il file xml, che verrà letto dal flash che genera il menu

4:39 PM Francesco: i video sono ora linkati con il db di nic
con le schede
sia media che clips
4:40 PM editor e un'interfaccia copiata apri pari da youtube
4:41 PM con adsense incluso in alto
su UniTube
4:42 PM Francesco: cambio player
me: con embed draggabile e http
Francesco: ed aggiungo questa interfaccia, per la scelta video: http://juliusdesign.wordpress.com/2007/10/15/flash-carousel-slideshow/
4:45 PM me: E’ un progetto ActionScript puro, tutto fatto con con FlashDevelop (http://www.flashdevelop.org) e compilato con mxmlc (il compilatore AS3 rilasciato gratuitamente dalla Adobe).
4:48 PM Francesco: ci sarebbe adobe flex
4:49 PM che è stato rilasciato opensource
ed è un linguaggio descrittivo
tipo xml
che ti genera poi flash
immaginalo un po' come povray che genera immagini
flex, genera flash
4:51 PM Francesco: eh.. non mi si apre
c'ero andato
mo cambio browser..
ecco.. appunto
al posto delle icone
le anteprime dei video
(pensavo io)
me: shot
queste sono cliccabili
4:56 PM <param name="flashvars" value="xmlfile=icons.xml" />
prende come parametro un file xml
dove gli passiamo le anteprime ed il link dell'interfaccia "simil-copia-youtube"



la diretta, tramite la stessa interfaccia dei video "MALTube" (o UNITube):
sono già pronte le procedure che estraggono un frame dal video, per generare il fotogramma da mettere come icona

che a sua volta andrà a coprire il file xml, che verrà letto dal flash che genera il menu

venerdì 19 ottobre 2007

La politica della grafica

album call_esami_sistemi di web editing 2006
On 2005-05-09 14:40, sabina wrote:
Fin dalla sua nascita mondoailati ha ricevuto critiche a causa della difficoltà di rintracciare in esso le informazioni spicciole, diciamo pratiche, sull'andamento dei corsi, sugli orari, sull'inizio o sulla fine delle lezioni, sui programmi, eccetera eccetera. Insomma, non avrebbe mai assolto alla sua funzione di bacheca virtuale così come si conviene al sito di un corso di laurea.

Queste lamentele, in larga parte giustificate, sono state accolte e nel tempo si è cercato di porre rimedio ad una situazione così poco chiara, ma evidentemente in misura ancora insufficiente.
Nei giorni scorsi abbiamo impostato un riordino dell'informazione sul portale del CdL, lo abbiamo chiamato Reference, sulla base dei progetti che sono in corso abbiamo stabilito una scaletta di lavoro.
Ora si tratta di dare seguito alle cose che ci siamo detti.
Piccola riflessione d'obbligo.

Un Reference è un luogo fisico o virtuale che organizza e dispensa informazioni e servizi. Abbiamo un Reference di Redazione al quarto piano, un luogo fisico dove i Redattori lavorano e accolgono i loro colleghi che cercano appunto informazioni, contatti, aiuto. Quali sono le caratteristiche di Un Reference digitale?
Le abbiamo elencate insieme: accogliere, dare informazioni, erogare servizi, allo stesso modo di un Reference fisico, con la differenza che lo fa da lontano attraverso il web e i suoi strumenti peculiari o il telefono.

Prendiamo il portale dell'INPS: un reference in se' stesso, chi lo frequenta arriva, cerca nell'indice dove andare per trovare la notizia che lo interessa oppure il servizio di cui ha bisogno, ci va, li ottiene e se ne esce. Probabilmente non ci ritornerà che dopo mesi se non addirittura anni.

Questo è un esempio a cui non possiamo certo ispirarci, dato che la nostra aspirazione è quella di "fidelizzare" il nostro utente remoto: vorremmo che quando entra su mondoailati non scappi subito dopo aver trovato ciò che cerca, ma al contrario vi resti a lungo, vi trovi un luogo che lo appassioni, nel quale poter lavorare insieme con altri, nel quale trovare cibo per la mente e perchè no, anche per lo spirito e perchè no, amicizie e vita.

L'analogia del MaL con un grande blog è senza dubbio calzante: solo che qui abbandoniamo l'onanismo [tanto per usare una terminologia cara ad Akaglenn, che saluto] tipico del blog individuale a favore dell'orgia, per così dire, con una passione tale che a volte ci appare degna di migliore causa.
Ma è la vita stessa ad essere caotica e orgiastica, perchè il MaL dovrebbe essere diverso? Perchè dovremmo abbandonare la complessità dell'esistenza per semplificare tutto, riducendo questo luogo così vitale e concreto ad una "città dei ragazzi"?
Tanto è vero quello che dico che addirittura passioni, pulsioni, desiderio di potere, affermazione individuale e risposta collettiva, sgarbi e violenze, amicizie che si vogliono eterne e inimicizie che appaiono irreversibili, tutta la gamma dei sentimenti e dell'agire umano si ritrovano in questo luogo che si pretende virtuale e sempre più si rivela reale.

Ma, come in tutti i luoghi reali che si rispettano, c'è anche bisogno di concretezza oltre che degli indispensabili sogni e visioni.
Una cosa deve essere ben chiara però: non si tratta di una "simulazione", non stiamo costruendo una cosa che non esiste. Lavoriamo ad un progetto che oggi è il reference del MaL, domani potrebbe essere quello della ASL di Cosenza o del Comune o il sito web di un'azienda o del Museo del Presente.
Le tecniche e gli strumenti che adotteremo non saranno dissimili da quelli in uso presso una qualunque di queste realtà del mondo dei "grandi".

Nel progettare un luogo dove l'informazione sia ben organizzata, efficacemente rintracciabile e ben visibile non dobbiamo perdere l'ancoraggio ai contenuti del portale, che è necessario assumere come la piccola rete nella grande Rete. Manteniamo vitale il flusso informativo, senza cristallizzarlo, grazie al forte legame con i forum, con gli articoli sul MaL ma anche su didattica e con i portalini dei professori che dovrebbero essere sempre aggiornati (possibilmente dagli stessi professori) con orari, libri di testo, dispense e avvisi.


I vari gruppi stanno lavorando ad un'interfaccia grafica che porti rapidamente (ma non banalmente) alle informazioni, distinguendo quelle che riguardano il corso di laurea da quelle che riguardano l'uso e la navigazione di mondoailati, i quali, è bene non dimenticarlo, sono luoghi contigui, non identici:
dove siamo, chi siamo, come si entra in contatto con il cdl (una palestra per crescere), come e quando si fa il test di ingresso, come ci si iscrive al cdl, come si naviga il portale (le FAQ di deluso), perché è utile (la didattica sul Mal) e bello (il concetto di community) partecipare a mondoailati, quali sono i database a cui attingere (i video, per esempio), quali e dove conservati gli strumenti del networking (i tools), quali e dove reperibili gli strumenti per l'editing (istruzioni per l'uso dello SMIL, il timecode, free html editor, ecc).

Abbiamo detto che una "Palestra per crescere" andrebbe dotato di una form di primo contatto (php, campi da elaborare) per consentire alle scuole di richiedere la visita attraverso il web, form che andrebbe ad alimentare un db interrogabile, molto utile per avere la situazione contatti/risposte/visite sotto controllo.
Inoltre un breve ma intenso (come solo lui sa fare) messaggio promozionale del professor G. potrebbe essere utile per stabilire un contatto "verbovisivo".

Cosa interessa ad un possibile iscritto? conoscere gli insegnamenti, i nomi dei professori, i requisiti necessari, la tempistica e la modulistica, le possibilità di accedere a borse di studio, la disponibilità di alloggi per studenti, gli sbocchi professionali, l'organizzazione del corso di laurea, la possibilità di frequentare stages.
Voi sapete meglio di chiunque altro quali sono i bisogni informativi di un ragazzo che si accosta all'università.

Forse non tutti sanno che uno degli strumenti del reference digitale che avete già a disposizione è il call center o call web come è stato chiamato quello elaborato e messo a punto (e funzionante, come qualcuno sa) da editor e Nic.
Questo prezioso presidio del reference potrebbe utilmente essere rispolverato e messo in uso con un modesto contributo in termini di tempo da parte dei redattori (quelli di oggi e quelli di domani) i quali, intanto che stanno in chat o a movimentare i forum o a giocare sperimentando videogiochi, potrebbero rispondere fisicamente al telefono (se ci fosse e stabilendo un orario, s'intende) oppure rispondere alle domande pervenute attraverso il callweb quando non c'è l'"operatore" online.

Nic vi spiegherà come utilizzare questo strumento (tipico, ripeto, del reference), tesaurizzandone domande e risposte, facendogli perdere quell'odiosa aura di meccanicità e di distacco che un call center detiene con primato assoluto.
Naturalmente anche questo accesso andrebbe segnalato nell'interfaccia.

Pensiamo ad un "ask tutor", attraverso la chat in tempo reale (sempre con orario stabilito) o in differita per posta o attraverso form che sempre vadano ad incrementare un db delle FAQ, a cui indirizzare in prima battuta un bisognoso di informazioni.
Lo fanno tutti: "grazie per esserti messo in contatto con noi. Hai già controllato se nelle FAQ è presente la risposta alla tua domanda? Vai, se non trovi, scrivici e ti risponderemo. (ti indicheremo la strada per arrivarci)"

Quello che vi invito a fare è anche lanciare cuore e sguardo oltre l'ostacolo: voi passate, il portale del corso di laurea rimane. Dietro di voi stanno già premendo (per fortuna) nuove generazioni di entusiasti redattori in erba; gli strumenti che andate ad approntare saranno quelli che verrano utilizzati dai vostri colleghi meno esperti di oggi e di domani. Mentre lavorate per loro, lavorate per voi stessi, usate il cervello, l'intelligenza e le vostre conoscenze, fate un'esperienza importante dal punto di vista teorico e pratico, acquisite competenze che vi saranno utilissime in qualunque situazione vi troverete a frequentare dal punto di vista professionale. Di questo sono certa.

E poi diventate pure più simpatici e le ragazze moooolto più carine di quanto già non siano. Insomma, un vero schianto.

UN POSTO PULITO, ILLUMINATO BENE

Era tardi e tutti avevano lasciato il caffè tranne un vecchio seduto all'ombra che le foglie dell'albero formavano contro la luce elettrica. Di giorno la strada era polverosa, ma di notte la rugiada fissava la polvere e al vecchio piaceva stare seduto fino a tardi perché era sordo e di notte c'era un gran silenzio e lui avvertiva la differenza. 1 due camerieri dentro il caffè sapevano che il vecchio era un po' sbronzo, e pur essendo un buon cliente sapevano che se si fosse sbronzato un po' troppo se ne sarebbe andato senza pagare, perciò lo tenevano d'occhio.
"La settimana scorsa ha tentato di suicidarsi" disse un cameriere.
"Perché?"
"Era disperato."
"Per cosa?"
"Niente."
"Come sai che non era niente?"
"Ha un mucchio di quattrini."
Sedevano insieme a un tavolo contro il muro vicino alla porta del caffè e guardavano il marciapiede dove i tavoli erano tutti vuoti tranne quello dove sedeva il vecchio all'ombra delle foglie dell'albero che il vento muoveva appena. Una ragazza e un soldato passarono per la strada. La luce del lampione brillò sul numero di ottone che il soldato aveva sul colletto. La ragazza era senza cappello e camminava frettolosamente al suo fianco.
"Si farà pizzicare dalle guardie" disse un cameriere.
"Cosa importa se ottiene ciò che vuole?"
"Faceva meglio a togliersi dalla strada. La guardia lo pescherà. Sono passati cinque minuti fa."
Il vecchio seduto nell'ombra tamburellò col bicchiere sul piattino. Il cameriere più giovane gli si avvicinò.
"Che cosa desidera?"
Il vecchio lo guardò. "Un altro brandy" disse.
"Si ubriacherà" disse il cameriere. Il vecchio lo guardò. Il cameriere se ne andò.
"Rimarrà tutta la notte" disse al collega. "Io comincio ad aver sonno. Non vado mai a letto prima delle tre. Avrebbe dovuto uccidersi la settimana scorsa."
Il cameriere prese la bottiglia di brandy e un altro piattino dal banco all'interno del caffè e marciò verso il tavolo del vecchio. Depose il piattino e riempì il bicchiere di brandy.
"Avrebbe dovuto uccidersi la settimana scorsa" disse al sordo. Il vecchio fece dei segni col dito. "Un altro po'" disse. Il cameriere continuò a riempire il bicchiere finché il brandy traboccò e colò lungo lo stelo del bicchiere nel primo piattino della pila. "Grazie" disse il vecchio. Il cameriere riportò la bottiglia nel caffè. Tornò a sedersi al tavolo con il collega.
"Adesso è ubriaco" disse.
"È ubriaco ogni notte."
"Perché voleva uccidersi?"
"Come faccio a saperlo?"
"Come ha fatto?"
"Si è impiccato con una corda."
"Chi lo ha tirato giù?"
"Sua nipote."
"Perché lo hanno fatto?"
"Paura per la sua anima."
"Quanti soldi ha?"
"Tanti."
"Avrà ottant'anni."
"Forse qualcuno di più."
"Vorrei che andasse a casa. Non vado mai a letto prima delle tre. È quella l'ora di andare a letto?"
"Sta alzato perché gli piace"
"Lui è solo. Io no. A letto ho una moglie che mi aspetta."
"Una volta l'aveva anche lui."
"Adesso una moglie non gli servirebbe a niente."
"Chi lo sa? Con una moglie forse starebbe meglio."
"Gli bada sua nipote. Hai detto che lo ha tirato giù lei."
"Lo so."
"Non vorrei diventare così vecchio. I vecchi sono sporchi."
"Non sempre. Questo vecchio è pulito. Beve senza sbrodolarsi. Anche adesso che è ubriaco. Guardalo."
"Non ho voglia dì guardarlo. Vorrei che andasse a casa. Non ha rispetto per chi deve lavorare."
Il vecchio alzò gli occhi dal bicchiere, guardò la piazza, e poi i due camerieri.
"Un altro brandy" disse, indicando il bicchiere. Il cameriere che aveva fretta gli si avvicinò.
"Finito" disse, parlando con quelle omissioni sintattiche di cui si servono gli stupidi quando si rivolgono agli ubriachi o ai forestieri. "Stasera basta. Adesso chiuso."
"Un altro" disse il vecchio.
"No. Finito." Il cameriere pulì l'orlo del tavolo con uno strofinaccio e scosse la testa.
Il vecchio si alzò in piedi, contò lentamente i piattini, tolse di tasca un borsellino di cuoio e pagò, lasciando mezza peseta di mancia.
Il cameriere lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava lungo la strada, uomo vecchissimo che camminava con passo incerto ma con grande dignità.
"Perché non hai lasciato che restasse qui a bere?" chiese il cameriere che non aveva fretta. Stavano abbassando le serrande. "Non sono ancora le due e mezzo."
"Voglio andare a letto."
"Cos'è un'ora?"
"Per me più che per lui."
"Un'ora è uguale per tutti."
"Parli anche tu come un vecchio. Può comprarsi una bottiglia e bersela a casa."
"Non è la stessa cosa. "
"No, non è la stessa cosa" ammise il cameriere ammogliato. Non voleva essere ingiusto. Aveva soltanto fretta.
"E tu? Non hai paura di andare a casa prima della solita ora?"
"Stai cercando d'insultarmi?"
"No, hombre, solo di dire una battuta."
"No" disse il cameriere che aveva fretta, raddrizzandosi dopo aver abbassato le serrande di metallo. "Io ho fiducia. Sono pieno di fiducia."
"Hai giovinezza, fiducia, e un lavoro" disse il cameriere più vecchio. "Hai tutto."
"E a te cosa manca?"
"Tutto tranne il lavoro."
"Hai tutto quello che ho io."
"No. Non ho mai avuto fiducia e non sono giovane."
"Dai. Smettila di dire sciocchezze e chiudi a chiave."
"Io sono di quelli ai quali piace stare al caffè fino a tardi" disse il cameriere più vecchio. "Con tutti quelli che vogliono andare a letto. Con tutti quelli che hanno bisogno di una luce per la notte."
"Io voglio andare a casa e a letto."
"Siamo due razze diverse" disse il cameriere più vecchio. Adesso era vestito per andare a casa. "Non è solo questione giovinezza e di fiducia, anche se sono bellissime cose. Ogni notte io sono restio a chiudere perché può esserci qualcuno che ha bisogno del caffè."
"Hombre, ci sono delle bodegas aperte tutta la notte."
"Non capisci. Questo è un caffè piacevole, pulito. È illuminato bene. La luce è molto buona e, adesso, ci sono anche le ombre delle foglie."
"Buonanotte" disse il cameriere più giovane.
"Buonanotte" disse l'altro. Spegnendo la luce elettrica continuò la conversazione con se stesso. È la luce, naturalmente, ma bisogna che il locale sia piacevole e pulito. Non ci vuole la musica. La musica non ci vuole di certo. E non puoi stare dignitosamente in piedi davanti a un banco, anche se per queste ore della notte un banco è tutto quello che ti danno. Di che cosa aveva paura? Non era né paura né timore. Era un niente che conosceva troppo bene. Era tutto un niente, e anche un uomo era niente. Era soltanto questo, e tutto quello che ci voleva era la luce, e un certo ordine e una certa pulizia. Alcuni ci vivevano e non lo avvertivano mai, ma lui sapeva che era tutto nada y pues nada y nada y pues nada. Nada nostro che sei nel nada, nada sia il nome tuo il regno tuo nada sia la tua volontà nada in nada come in nada. Dacci questo nada il nostro nada quotidiano e nadaci il nostro nada come noi nadiamo i nostri nada e non nadarci in nada ma liberaci da1 nada; pues nada, Ave niente pieno di niente, niente sia con te. Sorrise e si fermò davanti al banco di un bar con una lucente macchina da caffè a vapore.
"Cosa prende?" chiese il barista.
"Nada."
"Otro loco mas" disse il barista, e gli voltò le spalle.
"Una tazzina" disse il cameriere.
Il barista glielo versò.
"La luce è molto viva e piacevole, ma il banco non è lucido" disse il cameriere.
Il barista lo guardò, ma non rispose. Era troppo tardi per fare conversazione.
"Vuole un'altra copita?" chiese il barista.
"No grazie" disse il cameriere, e uscì. Non gli piacevano né i bar né le bodegas. Un caffè pulito, illuminato bene, era una cosa molto diversa. Adesso, senza pensarci più, sarebbe tornato nella sua stanza. Si sarebbe messo a letto e finalmente, alle prime luci dell'alba, si sarebbe addormentato. Dopo tutto, si disse, probabilmente è soltanto insonnia. Chissà quanti ce l'hanno.



Tratto da I quarantanove racconti, Mondadori 1988, pp. 361-365
Traduzione di Vincenzo Mantovani

lunedì 30 luglio 2007

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voxsophiae

domenica 29 luglio 2007

Se a un tratto nel fitto del buio mezzanotte

Col Blog - con il Blog - si potrebbe andare avanti all'infinito, la macchinetta del testo è inarrestabile,...Ricopiai, per dargliele, le due traduzioni di Kavafis che a Clea piacevano, sebbene tutt'altro che letterali. Ora che il canone cavafisiano è stato oramai stabilito grazie alle belle e meditate traduzioni inglesi di Mavrogordato e che il poeta è stato in certo qual modo reso disponibile agli esperimenti poetici di altri, io ho cercato di trapiantare più che tradurre; con quale esito non saprei dire.

ANTONIO ABBANDONATO DAL DIO

Se a un tratto nel fitto del buio mezzanotte si ode
invisibile compagnia che passa, le limpide voci,
struggenti musiche di invisibili cori,
la sorte che ti ha abbandonato,
speranze insabbiate, una vita fervida di desideri
finita in fumo. Ah, no! Non tormentarti
sugli inganni trascorsi
ma da uomo da lungo tempo preparato
con coraggio di' ora i tuoi estremi addii
ad Alessandria che ti abbandona.
Non lasciarti ingannare e non dire
che è stato un sogno e sbagliava il tuo orecchio,
ai vili lascia i rimpianti e le suppliche
versa la somma delle speranze inutili
e da uomo a lungo preparato,
deliberatamente, con l'orgoglio, con la rassegnazione
che ti si addice e è degna di una città simile
affacciati alla finestra aperta e guarda
e bevi sugli inganni trascorsi, come tu dici,
la tua estrema estasi per la mistica folla
ad Alessandria bevi che ti abbandona.

LA CITTÀ

Dici: In un altro paese
a un altro mare me ne andrò
una città tanto più bella, di quanto
questa sarà mai o sia stata, troverò...
Ora a ogni passo il laccio stringe il morso:
il cuore è sepolto in corpo e non ha corso:
fino a quando, quanto devo restare qui'
recluso in questa tetra periferia sfiorita
della mente qualunque? Dovunque guardi vedo
solo macerie nere della mia vita.
Sono tanti anni, tanti, che sono qui,
spendere e spandere, senza un costrutto.
No, non ci sono paesi nuovi, amico, né
nuovi mari: la città ti segue dappertutto.
Nello stesso groviglio di vie girerai all'infinito,
gli stessi borghi mentali scivolano
all'età vecchia dall'età bella,
nella stessa casa di sempre incanutisci.
La città è una cella.
Nessun altro posto, sempre questo
tuo ancoraggio terrestre, e nessuna nave esiste
che ti porti lontano da te stesso. Ma non capisci?
La vita che hai rovinato fino in fondo su questo
unico lembo della terra, adesso
è rovinata per ogni parte del mondo.

Di concerto la gente va alle sale

Sistema Musica: Esiste musica per i giovani?Non solo perché vari tipi di burpp alle sale da concerto. Ma anche perché la produzione contemporanea colta buuurp... musica hanno conquistato legittimo e regolare accesso www.sistemamusica.it/2003/settembre/24.htm - 12k - Copia cache







di pietra, di terra, di sale e di fatica. Un personaggio ai margini, ... Nella Spagna, quando abbiamo un concerto la gente dice: "molta merda", ...al 15 settembre dalle 20.00 alle 22.00 costano solo 9 Euro all'ora. ... Se vi va di vedere bei concerti e bere buona birra cè il Filagosto!! Un salutone ...
Speravo in un po' di più gente ma ci rifaremo! ... ciao se vi va sabato 9 giugno alle ore 16.15 in piazza italia in centro a trento C.M.I. live!!! non ...

Io non mi sento calabro


La verità è che Gaber ha sempre cantato il disagio dell' inadeguatezza, l'ossimoro dell'anarchia solidaristica, l'impossibile solidarietà dell'individualista, ha lasciato un disco postumo che s'intitola Io non mi sento italiano.

Francesco Merlo

venerdì 27 luglio 2007

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