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venerdì 7 settembre 2007

casca l'asino

On 2007-09-06 15:35, Omar Iaconianni wrote: Vorrei portare a questa discussione il contributo del filosofo Tullio Gregory che, sulle pagine de "ilSole24ore" parla appunto dell'attendibilità delle fonti di wikipedia...

Il sapere a portata di clic
E' recentemente comparso sul "Corriere delle comunicazioni" (supplemento del "Corriere della sera", 15-28 gennaio) un articolo dal titolo forse un po' ambiguo ("Wikipedia ci rende un po' più provincia"-), ma del tutto chiaro nella sua tesi centrale, non nuova: "Oggi nessuna enciclopedia che non cresca automaticamente può definirsi completa, quando il tasso di aggiornamento dei temi è imposto dal turnover mozzafIato di Internet. Nessun testo può reggere questo ritmo se non si dota di procedure "wiki", come appunto Wikipedia, cioè una cooptazione di collaboratori gratuiti e volontari con una rete di grandi numeri che fa premio su eventuali errori e incompetenze attraverso una continua verifica incrociata da parte degli utenti".

Il tono assertivo e profetico lascia quanto meno perplessi: in realtà, le informazioni che Wikipedia pretende di dare sono una congerie di notizie, disorganica, non certificata, quindi inaffidabile e talora fuorviante (ben diverso il caso citato delle riviste scientifiche on line). Le voci di un'enciclopedia - cartacea o in rete - devono presentare
un'informazione criticamente vagliata in un contesto di saperi organicamente e responsabilmente costituito, certificato dagli autori e dall' editore.
I confronti sono anche troppo facili: l'autore dell'articolo legga la voce Aristotelele su Wikipedia, limitata a poche notizie raccogliticce sull'Aristotele perduto con rinvii che non servono a ricostituire il pensiero del fùosofo; la confronti con la voce scritta da Enrico Berti per l'Enciclopedia filosofica, recentemente edita da Bompiani, e giudichi
quale sia la più completa e "aggiornata".
Si invocherà la rapida obsolescenza del sapere scientifico cui farebbe fronte la rapidità e coralità di Wikipedia: allora si legga la voce Coerenza, in Wikipedia banalmente definitoria, limitata all'ottica classica senza affrontare gli aspetti associati alla meccanica quantistica. Altro tema attuale e non marginale, Analisi numerica: Wikipedia offre uno scarno elenco di questioni di scarsa utilità per il lettore che non conosca l'argomento; sicché, per esempio, la "stima dell'errore" perde tutto il suo valore.
Ancora, si prenda la voce Relatività che presenta su Wikipedia la consueta struttura parcellare e additiva con salti da semplicità a difficoltà insormontabili, quando per esempio introduce ex abrupto le equazioni del campo ravitazionale come fossero semplici espressioni algebriche; si legga la stessa voce in Encyclopaedia Britannica, su supporto informatico, ove lo svolgimento della voce è sistematico e coerente.
Quanto all'aggiornamento scientifico, mancano nell'edizione italiana voci come Biosensore e Optoelettronica, presenti nell'edizione inglese; in campo umanistico s'ignora persino tutto il dibattito sul concetto di Confine (voce assente) al centro della nuova problematica sui fondamenti del diritto; si veda la voce di Natalino Irti in Encicclopedia Italiana-XXI Secolo.
Si può continuare sugli aggiornamenti, garantiti da Wikipedia nella voce History of Israel si ignorarano i negoziati di Camp David del luglio 2000, e quelli di Taba del gennaio 2001, avvenuti fra E. Barak, Arafat e B. Clinton: furono gli ultimi negoziati diretti tra israeliani e palestinesi a un passo dall'accordo (v'è è solo un rinvio alla Carta proposta da Barak, con data sbagliata).
Per le scienze, nella voce Astrofisica è persino ignorata la fondamentale cartografia 2dFRS (Two degree Field Redshift Survey).

Il mito di Wikipedia ("figlia di una cooperativa", direbbero a Roma) va demitizzato (la voce Demitizzazione manca),

come pure il mito della rete che, se non è controllata e certificata, è principio di disinformazione e di confusione.
Così come è stata demitizzata la profezia sulla fine della Galassia Gutenberg; il libro non circola solo in Italia, vittima secondo l'articolista, del "cultural divide" ("il libro regge solo se si gioca sul cultural divide - c'è anche quello, non solo il digital - dell'Italia..."-).
Al contrario, il libro rimane una delle più valide misure per valutare i livelli di istruzione di un paese. L'autore dell'articolo legga pure Dante o Goethe, Darwin o Heisenberg in Internet, ma non trascuri Homo videns, di Giovanni Sartori, che non viaggia in rete.


Tullio Gregory (da IL Sole 24 Ore del 28 febbraio 2007)




Il Nostro analizza da par suo Wikipedìa come parodia dell'Enciclopedia, ma poi tradisce la sua vecchiaia equiparando Wikipedìa alla Rete. Il Nostro non conosce Google e Bittorrent, Linux e Apache.
Come tutti gli accademici ignora che esiste la vita, anche e soprattutto in Internet.

casca l'asino gregory


Il mito di Wikipedia ("figlia di una cooperativa", direbbero a Roma) va demitizzato (la voce Demitizzazione manca),

come pure il mito della rete che, se non è controllata e certificata, è principio di disinformazione e di confusione.
Così come è stata demitizzata la profezia sulla fine della Galassia Gutenberg; il libro non circola solo in Italia, vittima secondo l'articolista, del "cultural divide" ["il libro regge solo se si gioca sul cultural divide - c'è anche quello, non solo il digital - dell'Italia..."].
Al contrario, il libro rimane una delle più valide misure per valutare i livelli di istruzione di un paese. L'autore dell'articolo legga pure Dante o Goethe, Darwin o Heisenberg in Internet, ma non trascuri Homo videns, di Giovanni Sartori, che non viaggia in rete.




Confondere una pseudo-enciclopedia con la Rete, o con Internet, è come dire che la vita non è attendibile se non c'è una cultura accademica che la validi preventivamente. Povero Prof. Gregory! E pensare che è da tempo il massimo consulente per il ministero dei Beni Culturali per le questioni del digitale: e si vedono gli effetti.

Gregory è terrorizzato dalla pervasività della cultura di rete, frena, argomenta (anche bene, ovviamente), s'ingegna e alla fine si rifugia sul solito "Calma e gesso, ragazzo", leggiti Giovanni Sartori ....per capire la rete .. ah ah ah!!

E' come all'Università che si studia sui libri come massima tecnologia per la diffusione del sapere, e la sua creazione, tollerando internet con la sua disinformazione/confusione. L'interattività e il capovolgimento dei paradigmi creati continuamente dal Digitale sono una bestialità intollerabile. La stessa scuola attiva novecentesca è al massimo una sinecura dei "formatori" per allevare i bimbi e gli scolari.

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