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sabato 25 dicembre 2010
Non ci risulta che tu sia stato invitato a leggere
"Questo blog è aperto solo ai lettori invitati. Non ci risulta che tu sia stato invitato a leggere questo blog. Se pensi che si tratti di un errore, contatta l'autore del blog e richiedi un invito."
Melodie
♫ Slush.Del..@gmail.com Certo che lo è! E infatti, il titolo della discussione era "non scrivete ciò che pensate. Pensate a ciò che scrivete". Non vuol dire che bisogni mentire spudoratamente ogni volta che si scrive qualcosa. Vuol dire solo "state un po' più attenti a come scrivete". E magari anche "evitate di creare equivoci incresciosi".
il teatro senza spettacolo
"(..) un'immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione."
[Guy Debord, La società dello spettacolo, 1.]
[Guy Debord, La società dello spettacolo, 1.]
a-critica
Ma pur essendo immersi in questo mondo tecnologico, vorremmo cercare di prenderne le distanze, per scrivere una sorta di etnografia dei social media. Non di come funzionano (ci sono how-to e manuali per quello), ma del perché siamo in questa situazione e di come influenzarla, iniettando eterogeneità, caos, germi di autonomia. Siamo compromessi e implicati, ma questo non significa che dobbiamo accettare tutto in maniera acritica.
...
venerdì 24 dicembre 2010
Introduzione ai social media
(..) bisogna essere in grado di immaginare il proprio futuro per capire il proprio presente. Ricordando il proprio passato, e creando un racconto collettivo, perché la memoria è un ingranaggio collettivo, nulla si ripete mai ma le differenze si somigliano, e la minestra scipita di ieri, un poco adulterata, potrebbe esserci propinata come l'innovazione radicale di domani. http://punto-informatico.it/3062002_2/PI/Commenti/open-non-free-pubblicato-non-pubblico.aspx Abbiamo bisogno di relativismo radicale, di prendere le distanze da noi stessi, di osservarci dal di fuori, per capire cosa stiamo facendo, per rendere concreta la nostra attività e poterla così comunicare in uno spazio pubblico, che va preservato, rinegoziato e costruito senza sosta. Usando la terminologia della Arendt, abbiamo bisogno di elaborare un discorso che renda conto delle nostre azioni di ricerca.